La scala evanescente by Maureen Johnson

La scala evanescente by Maureen Johnson

autore:Maureen Johnson [Johnson, Maureen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia


13

Quella sera alle sei, mentre la giornata volgeva al termine e le ombre scendevano sulla Ellingham, Stevie Bell era in camera sua, a infagottarsi in un vestito recuperato nella soffitta dei costumi, che aveva ancora uno spiccato odore di naftalina e muffa. Si mise davanti allo specchio e fece quello che avrebbe fatto il famoso e irritante investigatore belga: si aggiustò i baffi finché non furono perfetti. Si infilò un cuscino davanti per gonfiare la pancia e riempire un po’ di più il completo abbondante. Aveva trovato un bastone da passeggio e un paio di guanti bianchi, e l’effetto complessivo era soddisfacente.

Quella storia della galleria era stupida. Se ce n’era una sotto Minerva, qualcuno l’avrebbe già trovata. David. Ellie. Qualcuno. Sarebbe stato un elemento di spicco nella leggenda.

Comunque, bisognava fare uno sforzo accettabile. Hercule sarebbe andato a vedere.

L’inizio della galleria doveva essere al pian terreno. Questo significava che i punti d’ingresso possibili erano la cucina, la sala comune, il corridoio, uno dei due bagni o una delle tre stanze. Aveva già strisciato per tutta la stanza di Ellie. Non c’erano segni di una galleria lì dentro. Naturalmente l’ingresso poteva essere dissimulato con cura, ma comunque. Si era messa in ginocchio e aveva esaminato il pavimento, arrancando, picchiettando, sollevando le assi. Niente.

Avrebbe potuto controllare nella stanza di Janelle più tardi. Al momento era immersa nella sua trasformazione in Wonder Woman e non la si poteva disturbare. Ma sembrava improbabile che l’imbocco del tunnel fosse in una camera. In tal caso, l’ingresso avrebbe dovuto trovarsi nel pavimento.

Andò in cucina, saggiando il fondo degli armadi con il bastone. Era possibile che il frigorifero, i fornelli o la lavastoviglie coprissero l’apertura, ma di sicuro quei punti erano stati controllati. Bisognava collegarli con l’acqua e il gas. Il frigorifero era pesante. Se ci fosse stata una zona cava al di sotto sarebbe già stata trovata.

Fece il giro della sala comune, osservando il pavimento di pietra. Era più promettente, visto che ogni lastra poteva diventare una botola. Ma le fughe sembravano reggere bene. Allo stesso modo, i bagni non davano segno di aperture nel pavimento.

Aveva fatto solo un controllo superficiale e avrebbe riguardato più tardi; tuttavia pareva proprio che Fenton si sbagliasse. Poteva esserci una galleria in qualche punto del campus che non era stata scoperta, ma probabilmente non lì.

Stava strisciando nel corridoio, esaminando le assi, quando Nate sopraggiunse alle sue spalle.

«Che cosa stai facendo?» le chiese.

Stevie si alzò e si aggiustò il cuscino sulla pancia.

«Niente» rispose. «Credevo di aver fatto cadere qualcosa. È il tuo travestimento, quello?»

Nate indossava i suoi soliti abiti: i pantaloni di velluto ingrigiti e una maglietta sformata.

«Non mi travesto» disse.

La porta di Janelle si spalancò e Wonder Janelle si fermò sulla soglia.

«Credi di farla franca?» chiese a Nate. «Lo immaginavo che sarebbe successo.»

Si allungò dietro la porta e tirò fuori un lungo mantello grigio di tessuto grezzo, un cappello da mago di un colore simile e una barba grigia. Gli porse il tutto.

Nate la fissò e non si mosse.

«Lo… avevi lì, così?» chiese.



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